
Beyond the line of meaning
Images and words as captions of the reality
"Mi capita di incrociare storie. Allora non ci penso due volte: scatto, estraggo il taccuino dalla borsa e prendo nota. L’immagine e il racconto si formano insieme nella mia testa e non saprei dire cosa tra i due venga prima. Fotografia e parola sono come cappuccino e cornetto. Come il cielo e la finestra. Potrebbero, se volessero, andare ognuna per la propria strada e invece no: decidono di passeggiare tenendosi a braccetto." fz


Il progetto “Beyond the line of meaning” rappresenta una nuova esplorazione della potenzialità narrativa della Fotografia. Immagini e scrittura si intrecciano e la mescolanza dei due linguaggi espande la portata semantica dell’opera.
Già al momento dello scatto, l’artista vede muoversi nell’inquadratura i personaggi di un racconto. Non si tratta di tradurre in immagine un brano letterario o, viceversa, di farsi ispirare da un’immagine per scrivere. Le due suggestioni avvengono in simultanea: questa è la modalità creativa.
L’opera è proposta come intersezione e sovrapposizione fra immagine e parola: gli occhi possono altalenare tra le righe del testo e la foto, per ottenere un mix sensoriale di nuova qualità, una comunicazione “icono-testuale”.

Per sei giorni e cinque notti non fui sorella delle mie sorelle. Raisa, che già frequentava il liceo, battezzò il fatto come “la diaspora” anche se nessuno si era allontanato da casa. Mio padre, che credeva nella bella grafia, considerava quell’episodio come un’onta per la sua generazione. Discendevamo dai Daci, perdio! e l’idea che cose simili potessero accadere lo facevano vacillare. Noi tre questo lo sapevamo. Successe il giorno dell’Indipendenza. Papà si mise in coda all’anagrafe con gli al

Se Guido mi vedesse ora direbbe che sono finito in uno di quei vuoti interiori da cui ci si risolleva a suon di pastiglie e scopate. Perché lui? Cosa c’entra mio fratello in questo momento? Le cose stanno come stanno. Mi è passata davanti [...]

La lenza di Angelo pescò un’alga. Il ragazzino la scagliò all’orizzonte imprecando. «Con oggi fanno sette giorni. Zia Bruna dice che è scappato dal manicomio.» «Non ci sono più i manicomi» rispose Nicola. Sedeva rannicchiato sulle gambe a fianco dell’amico. Non pescava, ma [...]

Per sei giorni e cinque notti non fui sorella delle mie sorelle. Raisa, che già frequentava il liceo, battezzò il fatto come “la diaspora” anche se nessuno si era allontanato da casa. Mio padre, che credeva nella bella grafia, considerava quell’episodio come un’onta per la sua generazione. Discendevamo dai Daci, perdio! e l’idea che cose simili potessero accadere lo facevano vacillare. Noi tre questo lo sapevamo. Successe il giorno dell’Indipendenza. Papà si mise in coda all’anagrafe con gli al
· Mostra personale presso galleria Due Piani di Pordenone dal 6 aprile 2019 al 15 maggio 2019
· Partecipazione a Bassano Fotografia da 14 settembre 2019 a 4 novembre 2019, sezione “A palazzo”.
· Pubblicazione di un estratto del progetto sulla rivista trimestrale cartacea Digressioni, numero “Radici”, luglio 2019
· Mostra personale presso galleria Arte Spazio Tempo, Venezia Campo del Ghetto Novo dal 27 giugno 2019 al 26 luglio 2020.












